Perfettamente tonda, con molto sale, senza macchie, croccante ma non troppo

Cerco sempre accuratamente nei sacchetti di patatine. Non posso mangiarle non distaccando lo sguardo dalla tv, come spesso si vede nei telefilm americani. Eh no. Nessuna la scampa, ogni singola briciola viene esaminata scrupolosamente dai miei occhi. Devo trovare lei, la migliore del sacchetto, quella che ha quel non so che, l’unica. Quella che alla fine di ogni sacchetto mi rendo conto che non esiste. 

Delusioni quotidiane. 

Sgranocchio. 

Riprendi il respiro

Spero. Perdo la speranza. Spero di nuovo. Perdo nuovamente la speranza.
Ci riprovo, dura un po’ di più. La perdo di nuovo. Si allontana. Divento irrequieta, provo a rincorrerla, ci sono quasi, la tocco. Ho paura. La prendo per mano. Ricomincio daccapo. Irrequietezza, respiro corto.

Non puoi capirmi, è naturale.

Migliaia di azioni che si ripetono, ma il tempo sembra non scorrere.
Quanto durerà?
E’ un altro insegnamento, un’altra lezione di vita, vero? Sì, ne sono quasi certa.
Attendo.

La pazienza è una forma d’amore.

-Banana Yoshimoto (Chie-Chan e io)

In cerca di equilibrio

Mettere radici, tendere al cielo.

Il principio base della maggior parte delle attività fisiche vale anche per la vita. Io che adoro volare, devo fissarmelo bene in testa: bisogna essere in grado di avere una stabilità e allo stesso tempo aspirare sempre alle cose che ci fanno sentire vivi. E poi, nel tempo libero, ci si può comunque concedere di svolazzare un pochino. Sono convinta che non faccia poi tanto male all’anima.

A me

Mi voglio bene. Non è che mi ami alla follia, sia chiaro, ma ho finalmente imparato a provare dell’affetto nei miei confronti e me lo tengo stretto. Non perdo empatia, ma non divento nemmeno un bel tappeto persiano. Potrò fare da tappezzeria ogni tanto perché so mettermi da parte quando voglio, ma mai e ripeto mai farò da zerbino. E non sarò nemmeno il lampadario di cristallo di alcuna villa di lusso che non rientri nei miei gusti.
Sto male, ma mi voglio bene, finalmente.

Ringraziamenti

Grazie della tua insensibilità.
Grazie della tua vigliaccheria. Grazie del tuo silenzio.

Mi stavo arrampicando su una parete perfettamente verticale, scoscesa, scivolosa, tra le più difficili in assoluto, credendo di arrivare in cima prima o poi, ma grazie alla tua cattiveria più totale sono invece riuscita a giungere su un altopiano dal quale scorgo nuovi orizzonti. Sì, troppo spesso mi volto a guardare indietro, ma ogni volta mi ricordo che sei stronzo.

E, con un pizzico di sollievo, proseguo.

Sincerità

Stavo per scrivere un post senza senso solo per ovviare alla mia sensazione di solitudine. Ed ora sto scrivendo un altro post a caso per lo stesso motivo, ma perlomeno sono sincera. Lo ammetto, non ho niente da scrivere. O forse ho un sacco di cose da scrivere, davvero troppe.
Si può non aver niente da dire e, allo stesso tempo, avere un miliardo di cose nella testa? Sì, e si chiama incapacità di esprimersi. Se non altro, la mia è temporanea.
Forse la foto di questo particolare di un’opera esposta ad una mostra a cui sono stata oggi può esprimere parte delle mie emozioni.

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